mercoledì 31 marzo 2010
La cessione di un quinto dello stipendio
I prestiti contro cessione del quinto dello stipendio rappresentano, con ogni probabilità, la forma tecnica più datata di credito al consumo: la loro introduzione risale infatti ai primi del Novecento e la loro esplicita regolamentazione è avvenuta nel 1950 con due decreti presidenziali, i quali hanno stabilito che tali prestiti possono essere concessi a lavoratori dipendenti unicamente da banche e da enti finanziari e assicurativi a ciò espressamente autorizzati. L’erogazione avviene in un’unica soluzione, secondo lo schema tipico del mutuo, mentre le rate mensili di rimborso vengono versate direttamente dal datore di lavoro all’istituto finanziatore in misura non superiore a una quota della retribuzione (non superiore a un quinto della stessa), fino a completa copertura del prestito ottenuto, degli interessi maturati e delle spese relative. La durata e l’importo sono determinati in relazione all’ammontare dello stipendio percepito, alla prevedibile durata del rapporto di lavoro e all’anzianità del dipendente, poiché il creditore ha facoltà di rivalersi sul trattamento di fine rapporto in caso di risoluzione del rapporto di lavoro. Il finanziatore si tutela poi ulteriormente attraverso l’accensione di una polizza assicurativa (a premio unico) contro i rischi di morte, cessato impiego, malattia e collocamento in aspettativa del finanziato.
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